I cristalli del giovane Clark Kent

Clark Kent in DAD

Il primo Hard Disk con il quale ho avuto a che fare, Natale del 1984, era un Profile per Apple da, udite udite ben 10 MB. Si avete letto bene, 10 Mega Byte, le dimensioni di un corposo documento di Word o la metà delle dimensioni richieste da una foto scattata con lo smartphone usato per scrivere questo post.
Pesava oltre 5KG ed era grande, per capirci, come un “vecchio” album fotografico di un matrimonio.
Avevo il compito di utilizzarlo, abbinato ad un Apple IIe, per realizzare un indirizzario.
Avevo 15 anni e malgrado la passione, con la scarsa documentazione in mio possesso, internet come la conosciamo ora non esisteva ancora, fallì in parte il compito.
Realizzai l’indirizzario ma memorizzandolo su Floppy Disk da 5″e1/4, dichiarando come probabilmente guasto l’Hard Disk.
Il costo del Profile Hard Disk da 10MB si aggirava su 10 milioni di vecchie Lire.
Oggi per circa 400€ si può acquistare una micro SD card, MicroSDXC, da 1TB, che si legge 1 Tera Byte ed equivale a 100’000 Hard Disk Apple Profile ma contenuti in una memoria grande come un’unghia.
E ne esistono di più capienti.
Ecco, giusto per testimoniare che, quando si parla di evoluzione, niente è mai cambiato così velocemente nella storia dell’uomo come l’informatica.
Forse potrà aiutarvi a capire perché i vostri strumenti informatici, PC e Smartphone non sempre si comportano come vorreste.
Forse potrà farvi passare qualche notte insonne, come al sottoscritto, pensando a dove questa velocità evolutiva potrà portarci.
E comunque i Cristalli con i quali un ancora incredulo giovane Clark Kent apprese delle sue origini, sono sempre più prossimi e, scommetto un centesimo che farò in tempo a vederli realizzati.
La tecnologia per crearli già c’è.
A voi giovani di oggi realizzarli e renderli disponibili.

😉

Scheda di memoria micro SDXC
Apple Profile 10 MB

rocco vecchio

A volte mi capita ancora di trovarmi di notte solo in compagnia dei rumori della notte, con la luce del monitor che illumina la stanza. È cominciato tutto con questo giocattolo, avevo 13 anni e non ho mai smesso da allora, facendo di quel gioco la mia professione. Restavo sveglio fino a tardi per conquistare la televisione che faceva da monitor, mentre tutti dormivano. Oggi lo faccio per lavoro, per controllare i sistemi da possibili infezioni. Per me resta comunque un gioco. Sono le persone che mi fanno impazzire, non le macchine, quelle non lo fanno mai, quelle sono le mie alleata. Anche le più complesse risultano docili docili alle mie dita.

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