Il “Permission Space” dei Brand

A ll’ultimo incontro Linkontro di Nielsen tenutosi come ogni anno in Sardegna, Paola Scarpa di Google, nel presentare il nuovo modo di interagire con il consumatore del retail, ci racconta che nulla è cambiato: nonostante le nuove tecnologie, siamo sempre alla ricerca di vicinanza, prossimità e senso di accoglienza.

Siamo connessi allo smartphone più di 150 volte al giorno, oltre il 41% degli user “riposta” video e foto trovate online e soprattutto stiamo diventando sempre più multitasking, mentre guardiamo la televisione stiamo anche navigando su un altro device.

“Permission space: spazio di interazione che il consumatore accetta per relazionarsi con il brand”
Questo definisce un nuovo approccio ai tempi del Brand Marketing basato su quello che io definirei “Permission Space”. Sono sempre più i consumatori che definiscono tempi e spazi di ammissione/intrusione del Brand nella propria vita, e questa intromissione deve essere di valore. I consumatori nell’interazione con il brand vogliono arricchire il proprio bagaglio di conoscenze (formazione), vogliono divertirsi (intrattenimento), oppure vogliono risparmiare tempo e fatica (utilità). Se il Brand riesce a proporre nella sua interazione e intrusione nel “Permission Space” una di queste tre dimensioni, allora il consumatore “amplifica” il messaggio.

Elena

Consulente ed esperta di Marketing e promozione, vivo a Milano. Amante di cosmesi, bellezza e prodotti innovativi. L'informatica è una seconda passione, l'analisi dei problemi la mia formazione.

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